Il magnesio è un minerale essenziale che viene utilizzato come cofattore in oltre 600 reazioni enzimatiche. Le sue funzioni sono poliedriche all’interno del corpo umano; in particolare ritroviamo il magnesio nella sintesi degli acidi nucleici, delle proteine, degli acidi grassi e del glucosio.
Il magnesio modula le reazioni dove è coinvolto l’ATP, ovvero l’adenosina trifosfato, e sto parlando per esempio del metabolismo energetico e del trasporto di glucosio nella cellula. Inoltre il magnesio è un elemento fondamentale per la sintesi e l’attività del paratormone e per lo sviluppo dell’osso, in quanto risulta essenziale per assimilare correttamente la vitamina D e per il corretto funzionamento delle cellule della matrice ossea.
ANNUNCIO
Quanto magnesio è presente nel corpo?
La quantità totale di magnesio presente in un individuo adulto è circa 25 g, ovvero 1000 mmol.
Il 50-60% è situato nelle ossa e circa il 30% è contenuto nei muscoli. Il magnesio è un minerale che è contenuto, quasi esclusivamente, all’interno delle cellule, in quanto la concentrazione di magnesio extracellulare è circa l’1%.
Un terzo del magnesio che è presente nello scheletro può essere utilizzato per il ripristino dei valori plasmatici di questo minerale in situazioni di carenza.
In media, la concentrazione plasmatica normale di magnesio è compresa tra 0,75 e 0,95 mmol/L, che corrispondono a 1,8 e 2,3 g/dL.
ANNUNCIO
Ipomagnesiemia
Quando le concentrazioni plasmatiche di magnesio scendono sotto le 0,75 mmoli/L, si parla di ipomagnesiemia. Bisogna tuttavia precisare una cosa molto importante, la maggior parte del magnesio non è presente nel sangue ma si trova nelle ossa e all’interno delle cellule. Quindi l’analisi delle concentrazioni plasmatiche di magnesio non è, di per sé, un metodo efficace per quantificare questo minerale nel corpo umano.
Nel corso dei decenni sono stati proposti altri metodi analitici come per esempio la misurazione delle concentrazioni di magnesio nei globuli rossi, nella saliva oppure nelle urine. Uno dei metodi ritenuti più efficaci è basato su test di carico del magnesio, dove si esegue una infusione parenterale di una precisa dose di magnesio e si valuta poi la secrezione renale.
Un’altra metodica introdotta recentemente è l’analisi del magnesio ionizzato nel plasma che risulta sicuramente più semplice rispetto a quella del test di carico. Tuttavia nessuno di questi metodi permette ad oggi di avere una visione precisa sul contenuto di magnesio nel corpo.
In linea generale è molto difficile riscontrare carenze di magnesio negli esseri umani in condizioni normali; tuttavia esistono delle situazioni molto particolari in cui si può riscontrare ipomagnesiemia.
Queste condizioni possono derivare da un ridotto apporto alimentare che si riscontra tipicamente negli individui denutriti o con sindromi da malassorbimento, negli alcolisti o nei soggetti affetti da uricemia.
L’ipomagnesiemia si può verificare per aumento delle perdite di magnesio causate da:
- Diarrea
- Disfunzioni renali
- Uso di diuretici (es. idroclorotiazide)
- Chetoacidosi diabetica
- Terapie antitumorali
I sintomi da ipomagnesiemia sono alquanto aspecifici, soprattutto nelle fasi lievi, e comprendono perdità di appetito, letargia, debolezza muscolare, irritabilità e ridotta concentrazione. Nelle fasi più gravi possono comparire crampi, convulsioni ed alterazioni cardiocircolatorie.
Di norma in presenza di valori bassi di magnesio nel sangue, si riscontrano valori bassi anche del potassio e in alcuni casi del calcio. Questo perché la carenza di magnesio favorisce l’eliminazione renale o il ridotto assorbimento di questi minerali.
L’ipomagnesiemia quando è associata a ipocalcemia, riduce anche l’assimilazione della vitamina D. Questo perché la carenza di magnesio inibisce la secrezione di PTH, il quale è fondamentale per l’assorbimento del calcio e per convertire la vitamina D dalla forma inattiva a quella attiva.
ANNUNCIO
Magnesio: Effetti collaterali
Alti dosaggi di magnesio possono provocare nausea, crampi intestinali e diarrea.
Il magnesio può inoltre interferire e ridurre l’attività farmacologica di molti medicinali tra cui le tetracicline (es. demeclociclina, doxiciclina), i bifosfonati, gli antibiotici chinolonici (es. levofloxacina), alcune statine (rosuvastatina e atorvastatina, il gabapentin e la levotiroxina.
Nel caso degli antibiotici è bene assumerli almeno 2 ore prima o 6 ore dopo l’integrazione di magnesio.
Nel caso degli inibitori di pompa protonica (es. esomeprazolo, lansoprazolo ecc.) se assunti per periodi prolungati possono determinare ipomagnesiemia. È quindi fondamentale misurare i livelli sierici di magnesio per controllare periodicamente la situazione.
ANNUNCIO
Per altre informazioni sul magnesio, vi consigliamo di guardare questo video
Dott. Michele Moggio
Farmacista – Direttore Scientifico
www.voxalcorporation.com
Autore:
• Prevenire e Curare secondo Natura
• Skincare for models (Italiano)
• Skincare for models (English)
DISCLAIMER e NOTE LEGALI
Le informazioni presenti in questo contenuto hanno esclusivamente finalità divulgative e informative in ambito medico-scientifico. Non costituiscono in alcun modo una prescrizione medica, né sostituiscono il parere del medico curante o di altri professionisti sanitari qualificati.
Per diagnosi, trattamenti o decisioni terapeutiche è sempre necessario rivolgersi al proprio medico o a uno specialista di fiducia.
L’autore declina ogni responsabilità per un uso improprio delle informazioni fornite.